Progetto esecutivo di RESTAURO, VALORIZZAZIONE E FRUIBILITA’ DELLA “TORRE PICCOLA” – CASTELLO GALLONE

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Progetto esecutivo di RESTAURO, VALORIZZAZIONE E FRUIBILITA’ DELLA “TORRE PICCOLA” – CASTELLO GALLONE

Premessa

Per conseguire il finanziamento dei lavori di restauro, valorizzazione e fruizione della Torre Piccola di Palazzo Gallone, da finanziarsi con il POIN FERS 2007-2013 “Attrattori Culturali, Naturali e Turismo” – Linea 1.1.1 “Interventi per il miglioramento delle condizioni di offerta e di fruizione del patrimonio delle aree e dei poli di attrazione culturale e naturale” è stato dato incarico, all’ing. Vito Ferramosca e all’arch. Sandra Branca, di redigere il presente progetto esecutivo.

In relazione alle comunicazione intercorse tra il comune di Tricase, la Regione Puglia e il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo il progetto in argomento è stato ritenuto ammissibile, e anche in relazione al crono programma alla stessa documentazione progettuale inviata ai suddetti Enti, immediatamente finanziabile in quanto conforme ai criteri del citato POIN.

Con Decreto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo del 02/05/2013 il progetto è stato definitivamente ammesso a finanziamento per l’importo di € 250.000,00. Detto Decreto è stato comunicato a questo Comune con nota della Regione Puglia – Area Politiche della Promozione del Territorio, dei Saperi e dei Talenti prot. AOO_004 del 09/08/2013 – 0001098 acquisita al protocollo comunale il 14/08/2013 al n. 0014121.

Scopo della presente relazione è quello di descrive gli interventi di restauro che si intendono attuare sull’immobile comunale già sede della locale Pro-Loco, con la finalità di valorizzarne l’attuale aspetto e migliorarne funzionalità e fruibilità stante la sua centralità rispetto al contesto storico e monumentale della piazza Pisanelli.

L’obbiettivo principale dell’iniziativa è quello di tutelare e conservare il bene storico-artistico, vincolato per legge e, nel contempo, valorizzandone la valenza, migliorare la sua fruibilità da parte di cittadini, visitatori e turisti, stante la sua particolare ubicazione nel pieno centro storico della città e da sempre vissuto come il fulcro degli incontri e di frequentazioni.

Occorre premettere che il progetto definitivo, redatto nel 2011 aveva già acquisito i pareri favorevoli con prescrizione dalle competenti Soprintendenze per i Beni architettonici e paesaggistici di Lecce e archeologiche di Taranto con note prot. 4521 del 09/03/2011 e 7287 del 23/05/2011.

La presente progettazione esecutiva, oltre a rappresentare un livello di dettaglio maggiore rispetto al definitivo ha anche recepito le indicazione / prescrizioni dei citati pareri. In particellare in merito al parere di cui alla nota prot. 4521 del 09/03/2011 della Soprintendenza di Lecce si è tenuto conto che:

1) la rimozione del pavimento in cemento granigliato al piano terra dovrà essere preceduto da una serie di saggi atti a verificare la presenza di eventuali testimonianze e/o invasi da recuperare (e pavimentazioni origiarie, botole di accesso a piano interrato) e dovranno essere concordati in corso d’opera con la scrivente;

2) la realizzazione dell’impianto igieni e la più idona ubicazione sarà valutata successivamente all’esecuzione di saggi sulle murature interne ed eserne che possono chiarire la destinazione d’uso dei vani rispetto all’impianto tipologico originale;

3) la finitura dei paramenti interni sarà valutata successivamente all’eliminazione dell’intonaco esistente da concordare in corso d’opera con la scrivente;

4) gli impianti dovranno essere realizzati a pavimento al piano terra al fine di non alterare i paramenti in elevato ed esterni al piano primo in considerazione del fatto che non verrà rimosso il pavimento in coccio pesto;

5) gli scavi esterni dovranno essere autorizzati dalla soprintendenza Archeologica;

6) il lastricato solare dovrà esere ripristinato secondo le tecniche tradizionali locali;

7) le superfici esterne dovranno essere pulite a mano previa applicazione di biocida e risarcite nelle connessure con malta di calce idraulica additivata con inerti di pietra uguali al paramento;

8) i trattamenti di finitura delle superfici esterne saranno valutati in corso d’opera con la scrivente.

Mentre in merito al parere di cui alla nota 7287 del 23/05/2011 della Soprintendenza di Taranto si è proceduto all’indagine georadar di cui si allega la relativa relazione e dalla quale si evince la sostanziale mancanza di vuoti all’interno della torre, mentre un possibile collegamento col Castello dei Principi Gallone sarebbe possibile come indicato nelle conclusione della citata relazione. In ordine ai previsti scavi esterni necessari alla protezione del paramento murario si procederà alla presenza di archeologo in possesso delle adeguate abilitazioni.

Per tutto quanto sopra si farà fronte con le somme allo scopo stanziate nel quadro economico di progetto.

 

1. Descrizione e note storiche dell’edificio

Il contesto urbano cui è ubicato il fabbricato oggetto dell’intervento, di proprietà comunale, è quello del centro storico dell’abitato di Tricase.

Piazza Pisanelli naturale grande attrattore turistico, accoglie la Torre Piccola collocata tra pregevolissimi edifici di culto quali la chiesa di San Domenico, la chiesa Matrice, l’ex Convento dei Padri Domenicani e il Castello dei Principi Gallone del quale la cosiddetta Torre Piccola e Torre Grande risultano di pertinenza.

La Torre piccola, detta anche Bastione a lancia è situata a ponente del Palazzo Principesco. Quella che spesso è stata denominata come Torre piccola o Torretta poligonale del Castello, in realtà rappresenta uno dei pochi esempi di Bastione a lancia del Salento. Nei primi anni del 1500 si affermò l'influenza dell’artiglieria " a fuoco" che modifico fortemente l'architettura militare.

Nel privilegio che Carlo V rilasciò da Ratisbona il 2 settembre 1532, l'imperatore accondiscende alle richieste dell’Università di Tricase di esentare di duecento ducati per dieci anni sui pagamenti fiscali, da reimpiegare netta riparazione e fortificazione delle mura della Terra.

Coevo ad altre realtà importami del Salento come i castelli di Copertino (1530 - 40), Parabita (1535), Acaya (1536), Lecce (1539), il Baluardo tricasino s'inserisce perfettamente nell'opera di fortificazione e adeguamento militare voluto da Carlo V. Posizionato su uno degli incroci della cinta muraria, il Bastione ha una pianta a punta di lancia, con quattro facciate visibili e munite di cannoniere e la quinta, detta gola, che in origine era inglobata nei due lati delle mura della Terra. I due piani ospitavano due cannoni che avevano la possibilità di sparare dalle quattro bocche da fuoco per piano.

L'accesso era garantito dalla porta a primo piano aperta sul lato della gola (oggi ancora visibile dall'ingresso degli uffici comunali).

Diverse notizie si possono ricavare dal processo che si svolse nel 1790 tra l’Università e il Principe di Tricase per la proprietà di questa Torre. Dagli atti si evince che: "Ai due angoli della facciata (del palazzo principesco) corrispondente alla piazza esistono due torrioni per difesa e comodo dello stesso palazzo, uno sito alla parte di levante verso la Chiesa Madre e l'altro di ponente, i quali compariscono fatti e costrutti da antichissimo tempo con pietra carparo, che è fortissima e non è cosi soggetta alle ingiurie dei tempi".

Nella Torre piccola c'erano "tutti i comodi necessari per l'artiglieria, cioè i parapetti con le sue trinciere, quattro casse attorno per uso del cannone, tre saiettere per comodo dei fucili, una spiarola dirimpetto alla marina, una guardiola ossia luogo per stare la sentinella ed in mezzo al torrione un buco della circonferenza di palmi cinque e tre quarti, che avendone misurata la sua profondità, fu questa ritrovata di palmi quadrati sei, che serviva appunto, come serve, per la conservazione della gente in caso di qualche supposto invasamento".

Nel 1660 questa Torre fu ceduta dall'Università di Tricase al Principe. Successivamente, alla fine del XVIII secolo per attriti sorti tra il Principe e l'Università di Tricase (Sindaco Don Vincenzo Pisanelli) furono d'autorità praticate due aperture, una porta ed una finestra, rompendo il muro da parte dello scirocco. Iniziò un contenzioso che finì al supremo Tribunale della Regia Camera, ma le proteste dell’Università di Tricase rimasero inascoltate ed il Principe ebbe la meglio. Infatti, con decisione del 5 ottobre 1790 si ordinava, entro quattro giorni, che le aperture prodotte nella Torre venissero chiuse ed il tutto venisse riportato allo stato precedente.

Questa sentenza però non ebbe effetti pratici e le aperture praticate non furono più chiuse e la torre venne meglio utilizzata dal Principe che precedentemente accedeva solo attraverso la loggia esistente nella rimessa. In questo modo la Torre piccola poteva essere meglio utilizzata perché era possibile accedere con facilità anche a piano terra. Da diversi anni la Torre piccola è la sede ufficiale dell'Associazione Pro Loco di Tricase, quale simbolo vivente della storia locale ed anche punto di riferimento a livello turistico.

 

2. Inquadramento territoriale dell’area in relazione agli strumenti di pianificazione generali e settoriali vigenti (PUG – PUTT – PAI – Piano di tutela delle acque – ecc.), ai siti di Natura 2000 e alle Aree protette regionali e nazionali e ai correlati Piani di gestione;

Il progetto definitivo riguardante l’immobile in parola è stato esaminato, ai sensi dell’art. 21 del D. Lgs n° 42/2004, dalla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico di Lecce .

La strumentazione urbanistica di cui è dotato il Comune di Tricase è rappresentata dal Piano Fabbricazione approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 308 del 05/02/1975 e n. 1309 del 31/05/1977. L’area interessata dall’intervento ricade in ambito A1 con denominazione Centro Storico.

In ordine alla pianificazione settoriale si riferisce che, nell’ambito di Unione Talassa tra i Comuni di Tricase e Castrignano del Capo è stato approvato il Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana ai sensi della Legge Regionale n. 21 “Norme per la Rigenerazione Urbana” del 29/07/2008 con apposita deliberazione del Consiglio dell’Unione n. 1 del 30/06/2011.

Per quanto attiene alla disciplina del PUTT/P, prescrizione del PAI ecc. si riferisce che l’area di intervento non ricade in detti ambiti.

 

3. Descrizione del bene e del suo stato di conservazione;

L’immobile in questione versa attualmente in uno stato di precaria conservazione, gli interventi che negli anni si sono succeduti sono stati eseguiti direttamente dai soci della locale Pro Loco, i quali, nell’intento di mantenere vivo l’interesse verso lo stabile e quello che lo stesso rappresenta in quanto riferimento e luogo di aggregazione, pensiero e discussioni di vario genere, ma soprattutto delle dinamiche delle vicende della nostra cittadina, hanno operato senza tener conto delle reali necessità di cui lo stesso immobile ha necessità.

Le varie Amministrazioni comunali, dal canto loro, hanno indirizzato l’attenzione verso il Castello dei Principi Gallone che analogamente alla Torre Piccola necessitava di interventi di consolidamento statico e di restauro ben più consistenti. Quindi con le poche risorse di bilancio non si è mai avuta la concreta possibilità di intervenire in maniera radicale e concettualmente corretta, tantè che il degrado delle facciate esterne, ove sono visibili preoccupanti lesioni continua a progredire con ovvie ripercussioni sui locali interni e di conseguenza sulle attività.

Le facciate in esame risultano degradate dall’umidità di risalita (proveniente dal terreno) e dall’umidità d’infiltrazione (acque meteoriche), in particolare il basamento della torre, dovuta alla mancata manutenzione ed all’assenza di intonaco. La facciate esterne, totalmente in tufo a faccia vista, risultano caratterizzate dalla diffusa presenza di croste e/o patine scure, di patine biologiche (muschi e/o licheni), di depositi superficiali coerenti ed incoerenti e dalla presenza di vegetazione spontanea in corrispondenza del cornicione.

 

L’accesso alla struttura avviene mediante un antico portone in legno al di la del quale è presente un secondo infisso in legno aventefunzione di antiporto. Entrambi gli infissi risultano degradati in quando intaccati dall’umidità.

Il piano del locale interno della Torre si trova, rispetto a quello esterno, ad un livello inferiore di circa 25 cm. Il pavimento è in mattoni di cemento granagliato, mentre nel piano ammezzato è ancora presente il pavimento in coccio pesto, risarcito in più punti con malta cementizia.

 

Le pareti risultano intonacate con materiali tipo plastico che rievocano i conci di tufo a faccia vista, alla base delle pareti sono visibili le tracce di umidità da risalita. La scaletta di accesso è rivestita con pietra leccese a vista. Al piano terra è presente un piccolo vano ripostiglio con infisso in plastica a soffietto. Le finestre, di recente realizzazione sono in alluminio elettrocolorato.

 

 

 

 

 

 

Non è presente alcun servizio igienico. La struttura non è servita da rete idrica e fognante, ma solo dell’alimentazione Enel.

Gli impianti elettrici, realizzati a vista con canalina metallica sono completamente da revisionare.

Gli interventi di restauro e di consolidamento che si intendono realizzare si rendono necessari al fine di evitare il degrado della bene storico e di quello che lo stesso rappresenta per la cittadinanza. In sostanza si vuole eliminare, per quanto possibile, ogni fonte di rischio che possa generare fenomeni di disgregazione dei paramenti murari (vedi la vegetazione infestante), le infiltrazioni di acqua dal lastrico solare e dalle fondamenta, ecc.

 

4. Progetto di restauro: descrizione dell’intervento che si intende realizzare e delle singole fasi di attuazione;

Il progetto dei lavori di restauro comprende l’attuazione di varie fasi di lavorazione che sinteticamente sono di seguito indicate.

1. Accurata indagine archeologica realizzata con macchinari georadar per verificare la presenza di eventuali testimonianze e/o invasi da recuperare (pavimentazione originaria, botole d’accesso ad un piano interrato);

2. Risanamento e deumidificazione delle murature: A partire dall’area esterna si intende isolare la struttura muraria intorno al manufatto realizzando una specie di scannafosso che abbia una funzione di isolamento dall’umidità di risalita. Tale operazione sarà condotta mediante l’accurato svellimento del basolato esterno, la rimozione del terreno di riporto sottostante sino alla quota che si renderà necessaria, il rinzaffo delle murature entro terra con prodotti idrorepellenti, il successivo ripristino dell’area esterna previa realizzazione di idonei aeratori di ventilazione debitamente occultati alla vista. Inoltre, saranno effettuati interventi di deumidificazione di murature, tramite uno sbarramento orizzontale di natura chimica continua, capace di impedire l’infiltrazione capillare dell’acqua. Questa fase di lavorazione sarà concordata con la Soprintendenza;

3. Risanamento e realizzazione di pavimentazione interna:

· Al piano terra sarà rimossa la pavimentazione esistente in mattoni di graniglia di cemento e il materiale di supporto sottostante sino alla profondità da stabilirsi in relazione all’originale piano del locale;

· Realizzazione di nuovo vespaio aerato tipo cupolex da utilizzare quale supporto per la successiva realizzazione del nuovo pavimento in coccio pesto secondo il metodo tradizionale fresco su fresco;

· Al piano primo recupero del pavimento in coccio pesto esistente;

4. Restauro e consolidamento del paramento murario in facciata:

· Ispezione dello stato di conservazione dei conci e degli assetti;

· Rimozione degli elementi vegetali infestanti mediante estirpazione manuale, operazione preceduta da trattamenti con diserbanti (rispettando le diverse cautele se si impiegano prodotti chimici).

· Rimozione di eventuali chiodi, zanche, staffe e corpi estranei in genere, adottando ogni accorgimento necessario atto a salvaguardare l’integrità dei conci;

· Pulitura di superficie lapidea (pietra leccese) interessata da diffuso attacco biologico (licheni) consistente nella asportazione manuale delle incrostazioni mediante leggera spazzolatura, applicazione di biocida ad azione meccanica con bisturi; rimozione di residui tenaci con applicazione di piccole quantità di acqua ossigenata a 120 vol.; aspirazione continua del materiale rimosso; eventuale lavaggio con solvente.

· Pulitura delle superfici interessate da croste nere mediante l’applicazione, da ripetere in più cicli, di compresse di cellulosa imbevute di una soluzione al 7-10% di carbonato d’ammonio e successiva spazzolatura, dove necessario con microfresa e con mini pistole sabbiatrici di precisione (microsabbiatrice) a polvere di ossidi di alluminio 120/180 mesh, previo eventuale consolidamento delle parti decoese e frammentate e previa costruzione della “gabbia” in polietilene per evitare la dispersione dell’ossido nell’aria;

· Preconsolidamento di superfici lapidee, consistente nella impregnazione a spruzzo con silicato d'etile, nonché esecuzione di stuccature di riempimento e di appoggio delle scaglie con malta idonea a base di calce idraulica a basso contenuto salino e polvere di pietra, eventualmente additivata con silicato di etile; inserimento di eventuali piccoli perni per il fissaggio di pezzi in distacco, con resine epossidiche e stuccature nei bordi;

· Consolidamento di superficie lapidea già preconsolidata, nelle zone più degradate e pulite, consistente nella impregnazione del materiale mediante applicazione a pennello o a spruzzo eseguito in più fasi e con tutte le accortezze necessarie a consentire la massima penetrazione del prodotto;

· Risarcitura di lesioni mediante iniezioni di resine epossidiche previa scarnitura, stilatura e sigillatura, con applicazione di particolari tubetti per iniezioni, comprese le microperforazioni per la introduzione dei materiali resinosi; il tutto conservando la patina originaria;

· Revisione e stilatura sottile dei giunti fra i conci da eseguire con malta di calce e polvere di pietra calcarea con resina acrilica, previa scarnificazione e lavaggio dei giunti stessi, in maniera da ottenere un impasto del tutto simile alla pietra, compreso il ritocco finale, con la eliminazione superficiale della malta eccedente;

· Trattamento idrorepellente protettivo mediante applicazione a spruzzo di idrorepellente a base di organopolisilossani oligomerici, da effettuarsi per applicazioni successive sulla superficie perfettamente asciutta ed in condizioni climatiche idonee, sino a rifiuto del prodotto. Le mani da applicare dipenderanno dalla capacità di assorbimento del supporto, in ogni caso non potranno essere inferiori a due passaggi. L’intervallo di tempo tra le varie applicazioni potrà variare, fermo restando che la mano precedente sia stata completamente assorbita.

 

5. Interventi sulle murature interne:

· Demolizione dell’intonaco interno esistente avente uno spessore stimato di cm 3, rappresentante una vera e propria superfetazione dell’esistente e realizzato allo scopo di “rivestire” l’originario paramento murario interno danneggiato dalle infiltrazioni. Successiva realizzazione di intonaco o di recupero dei tufi “faccia vista” in relazione all’esito dei necessari saggi da effettuare in maniera preventiva;

6. Revisione e manutenzione generale degli elementi architettonici del cornicione e della copertura:

· Revisione copertura esterna e pluviali. Eliminazione dei depositi superficiali di muffe e licheni e della vegetazione radicata. Verifica dell'assetto statico del cornicione ed eventuale smontaggio e rimontaggio dei conci. Smontaggio e rimontaggio per inserimento di elementi impermeabilizzanti ed eventuali sostituzioni di parti non recuperabili. Rifacimento dei canale di gronda e dei pluviali, integrazione degli elementi mancati o rotti con altri realizzati su misura in ceramica da artigiani locali;

· Accurato svellimento del lastricato solare esistente, sostituzione del materiale sottostante ormai imbibito dell’acqua meteorica infiltratasi, rifacimento dei rinfianchi e realizzazione della copertura in coccio pesto previa fornitura e posa in opera di nuovo letto di posa;

7. Revisione e sostituzione degli infissi interni ed esterni:

· Revisione e restauro portone d’ingresso in legno, consistente nello smontaggio delle parti mobili, discesa, verifica della ferramenta arresto e chiusura, nonchè di quelle eventuali sovrapposte, compresa altresi la bruciatura, la raschiatura della vecchia vernice, la scartavetratura, la sostituzione di piccole percentuali di strutture lignee marcite ed irrecuperabili, la tassellatura con elementi di sostituzione opportunamente stagionati. Trattamento antiparassitario, antitarlo, stesa a più mani (fino alla totale imbibizione dei pori) di cere naturali e di olio di lino cotto per la rigenerazione del materiale. Pittura di fondo protettiva, stesa di cera di preparazione dalla pittura, pittura a smalti naturali a base acquosa in colori secondo le indicazioni della D.L. per minimo tre mani. Fissativo finale e il ricollocamento in opera;

· Smontaggio infissi esistenti e realizzazione di finestre e porte – finestre monoblocco a taglio termico in legno-bronzo;

· Fornitura e posa in opera di bussola in vetro temperato all’ingresso;

8. Impianti:

· È prevista la riconversione del vano deposito al piano terra in bagno, quindi sarà realizzato un servizio igienico completo di vaso e lavabo, con le relative opere impiantistiche compreso l’estrazione dell’aria forzata, e l’ovvio collegamento alle reti pubbliche esistenti (fognatura e rete idrica);

· Realizzazione di impianto elettrico e amplificazione. Tale ultimo impianto sarà necessario e a corredo delle opere di “spettacolarizzazione”;

9. Arredi e allestimenti – “opere di spettacolarizzazione”:

Il piano terra della “torre Piccola” sarà arredato per essere utilizzato come ufficio di accoglienza turistica e sede della Pro-loco, mentre al primo piano sarà allestito un piccolo centro visita multimediale. Quindi, il progetto di recupero del bene è integrato con interventi che hanno come finalità la ricostruzione del contesto culturale e storico in cui si inquadrava il bene stesso.

Nel centro visita, si cercherà di ricostruire, attraverso rumori, suoni, frammenti di dialoghi, oggetti e immagini, una “camera da tiro”.

Infatti è prevista la realizzazione di:

· ARREDI realizzati artigianalmente E ATTREZZATURE (vedi computo metrico arredi e allestimenti).

· PANNELLI SINOTTICI, i cui contenuti riguarderanno "gli armamenti della Torre Piccola" ;

· FILMATO-CORTOMETRAGGIO. Sarà realizzato un filmato su formato digitale della durata di 5/7 minuti sulla storia del PALAZZO GALLONE E LA PICCOLA TORRE .

· RICOSTRUZIONE delle armi da fuoco in legno o in resina speciale, con riproduzione tridimensionali delle BOMBARDA, in scala reale, e della sagoma del soldato, completo di ILLUMINAZIONE, IMPIANTO E SUPPORTO AUDIO per la riproduzione di voci e rumori.

 

 

5. Descrizione degli obiettivi dell’iniziativa;

L’obiettivo principale dell’iniziativa è quello di tutelare e conservare il bene storico-artistico, vincolato per legge e nel contempo valorizzandone la valenza, migliorare la sua fruibilità da parte di cittadini, visitatori e turisti, stante la sua particolare ubicazione nel pieno centro storico della città e da sempre vissuto come il fulcro degli incontri e di frequentazioni. Obbiettivo altrettanto importante è stato quello di individuare forme e modalità di recupero e fruizione per molti versi innovative. Nelle operazioni di recupero si è cercato di superare, la ormai abusata modalità della meccanica ricostruzione d’ambiente del bene. Si è voluto invece intendere l’operazione di recupero come occasione per una ricostruzione del contesto culturale e storico in cui si inquadrava il bene stesso.

Questa operazione definita come “spettacolarizzazione” del bene culturale “Torre Piccola” è consistita in un attento lavoro di ricostruzione filologica del periodo storico in cui il bene è inquadrato e nell’uso di tecnologie in grado di illustrare ai visitatori lo spirito e il significato del bene valorizzato, del contesto storico di riferimento, delle persone che l’avevano costruito e vissuto.

 

 

6. Cronoprogramma delle attività

 

 

7. Quadro economico dell'intervento

 

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