SABATO 12 FEBBRAIO - ORE 21 - SPETTACOLO TEATRALE "PITECUS" PRESSO IL CINE TEATRO MODERNO DI TRICASE

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Pitecus è spettacolo crudele e delicato, analizza i comportamenti umani dal di dentro e li stronca dal di fuori, mette in berlina chi agisce e chi subisce azioni. Attraverso l'uso dei quadri di scena i personaggi, facendo capolino dalle varie fessure, si moltiplicano ed alternano e, quando si è in tanti, si è sicuramente più cattivi. I personaggi si affcciano dalle aperture dei quadri di scena e, chi si affaccia, non è mai completamente innocente.

La storia:
Gidio è chiuso in casa mentre Fiorenzo, uomo limbo, sta male fisicamente; il professor Stella, Videodittatore dipendente, mostra a migliaia di telespettatori alcuni malati terminali, un padre logorroico non si capacita dell'omosessualità del figlio; Saverio, disinvolto ed emancipato, prende la vita così come viene, coscIente del suo fascino fuggevole. Mirella prega intensamente le divinità per essere assunta alle poste; Roscio, di nome e di fatto, frequenta una nuova compagnia di amici che lo sbeffeggiano a tracotanza. La bella addormentata non prende sonno ed il re, stanco di fasce e capricci, tenta di asfissiare il corpicino bambino. Un giovane studente ha un rapporto conflittuale con la sua radiosveglia mentre mariti annoiati e lussuriosi vengono rapiti dal fascino indiscreto del solito Saverio, borghese che miete amori ed affitta sentimenti. Un nuovo dibattito a tinte fosche analizza il rapporto uomo droga, un signore solo e mediocre adotta Fernando Rattazzi a distanza, due ragazzi restano a piedi e sfidano le leggi della sopportazione, uomini che tentano di godersi sprazzi di libertà ma, proprio perchè a sprazzi, non la riconoscono più. Giovani handicappati incattiviti e solidali si scagliano contro creato e convinzioni, esseri senza ottimismo che dividono il proprio corpo pur mantenendo intatto il loro istinto luciferino. Questi personaggi parlano un dialetto frastagliato e tronco, si muovono nervosetti, fanno capolino dalle fessure e dai buchi di quadri di stoffa variopinti, i menti e le capoccette pesanti spuntano e si alternano dalle sete, dalle reti e dalla juta dando il senso di quartieri popolari affollati dove il gioco e la fantasia alzano il vessillo dell'incomprensione media. Il quadro di scena è la scenografia mista al costume, ogni storia ha il suo habitat, ogni personaggio un corpetto diverso e mortificato. Prima che l'uomo canti due volte e rinneghi il suo spirito libero, lì, a contatto con la tenebra forte, si consumerà lo scempio di giovani e fresche membra stroppiate dall'ansia del vivere e rifugiate dietro un inutile senso di speranza.
Pitecus è uno spettacolo che analizza il rapporto tra l'uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un'occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un'identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali.
PITECUS racconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressvi anche argomenti delicati.
Non esistono rappresentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e diginità, non amano, creano piattume e disservizio.
I personaggi sono brutti somaticamente ed interiormente, sprigionano qualunquismo a pieni pori, sprofondano nell'anonimato ma, grazie al loro narcisismo, sono convinti di essere originali, contemporanei e, nei casi più sfacciati, avnaguardisti. Parlano un dialetto misto, sono molto colorati, si muovono nervosi e, attraverso la recitazione, assumono forme mitiche e caricaturali, quasi fumettistiche.
Per quanto riguarda i quadri di scena, che consideriamo un'operazione di arte applicata alla drammaturigia, essi conferiscono allo spettacolo un linguaggio figurativo che mischia colori e parole.
L'uso dei materiali si rifà all'arte povera amche se un occhio è sempre attento alla moda ed al costume che influenzano mentalità e portamento dei personaggi.
Nei quadri di "PITECUS" prevale il triangolo, figura mistica un pò per tutte le religioni: teste spigolose fingono ragionamenti razionali, spicchi di volto incattiviscono somatismi già di per sè malvagi e corruttibili.
Colori usati a tinte piatte, gialli, verdi, azzurri, rossi, riportano al mondo dell'infanzia, alle costruzioni, ai giocattoli di legno.
Lastoffa avvolge i personaggi completandoli: jiuta, seta, cotone, sintetici, plastica, li rendono opachi o scintillanti.
Parti di corpo che aggrediscono parti di realtà, porzioni di arti che inveiscono contro la narcosi che sembra fare scempio di uomini e desideri, parole tronche che inneggiano alla libera immaginazione: non è stato inventato tutto, nopn tutto è stato enunciato, le parole sono infinite ed infinite le combinazioni, chi vuole farci credere che non c'è più nulla da scoprire è il primo nemico da combattere.

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